mercoledì 1 luglio 2009

E ALLA FINE...

Fortunatamente l'assistente si è accorta della nostra presenza ancora all'interno delle sale del museo e al di là di qualche attimo per recuperare il telecomando per la disattivazione dell'allarme scattato nel frattempo, il tutto si è concluso in poco tempo e tutto quello che ci sembrava spaventoso, era ritornato alla normalità!!!


SIAMO SOLE...


SIAMO SOLE
...e non riusciamo a vedere a un palmo dal naso.
L'agitazione aumenta, siamo circondate da un capitale culturale inestimabile e non sappiamo come muoverci.
L'unica fonte di luce è la lampada di emergenza dello studio dell'assistente del museo, che se ne era già andata.
Questa luce proietta in lontananza ombre inquietanti... ogni volta che ci voltiamo vediamo figure spettrali che si spostano da una vetrina ad un'altra.
Ciò che prima avevamo osservato non è più lo stesso, è tutto irriconoscibile...

IMPROVVISAMENTE...

IL BUIO
Inaspettatamente la nostra visita si interrompe.
BLACK OUT.
Mentre giravamo nelle sale del museo salta la corrente.... almeno immaginavamo così.
INVECE...

Introduzione storica alle sale del Museo per la Storia dell'Università


Sala Golgi
Nella sala si trovano preparati microscopici, documenti, strumenti, e l'attestato al premio Nobel
assegnato nel 1906.
Attirano subito l'attenzione gli strumenti e i preparati da lui stesso ideati, in quanto, secondo la tecnica dello studio del tessuto nervoso, che la conservazione e l'osservazione del materiale preso in esame richiedevano.
Sono repertati i primi esemplari di microscopi e microtomi che servivano per ridurre in sezioni accessibili all'esame microscopico i diversi organi del sistema nervoso.

Introduzione storica alle sale del Museo per la Storia dell'Università



Sala Luigi Porta
Nella Sala Porta gran parte dei preparati anatomici riguarda il sistema circolatorio, studiati dallo stesso Porta: l'efficacia dimostrativa dei preparati e degli strumenti utilizzati evidenzia come siano state utili le tecniche di dissezione e iniezione come per cisti ovariche (perfettamente conservate) e per altre patologie.

Introduzione storica alle sale del Museo per la Storia dell'Università

Sala Antonio Scarpa
In questa sala sono racchiusi alcuni degli elementi più antichi e preziosi della
collezione di Anatomia dell'Università.
Prende il nome dallo studioso più importante,
Antonio Scarpa, nonostante sia stata fondata da
Giacomo Rezia nel 1772 e portata in auge dagli studiosi Zoja e Panizza.
Nelle teche a destra sono catalogati gli strumenti
di studio e analisi, quali astrolabi e compassi e
alcuni crani di personaggi illustri tra cui il
pittore Massacra e il calco in gesso del cranio di Volta;
In altre teche troviamo diverse parti del corpo conservate con alcune delle tecniche allora conosciute come: un'aorta iniettata a cera, un'iniezione della cute della mano, vasi lattei
dell'intestino ileo iniettato a mercurio.
Una parte importante della sala è dedicata alle scoperte scientifiche attribuite a
Scarpa, tra cui alla struttura dell'orecchio interno, ai nervi
del cuore, alle ernie inguinali, al nervo olfattivo e al nervo nasopalatino.
Anche la cera si è rivelata molto utile per la rappresentazione delle scoperte dello studioso, ed è stata infatti utilizzata per
riprodurre fedelmente intere figure umane e le loro interiora.

mercoledì 10 giugno 2009

L'inizio dell'inaspettato


Tutto iniziò, per volere dello studioso Spallanzani, nel 1771, quando l'imperatrice Maria Teresa d'Austria inviò in dono alcuni minerali; e fino al 1778 tutto sembrava tranquillo. Fu allora che Scarpa, famoso anatomo chirurgo introdusse il reparto di anatomia... e da qui inizia la storia...